Esauriente e chiaro, un incontro che è stato una vera guida grazie a cui orientarsi in maniera strettamente pratica nel PNRR e nei problemi della sua attuazione. Il professore Francesco Delfino ha chiuso il primo ciclo dei tre seminari dedicati alla fiscalità e alla finanza locale nell’ambito di “Obiettivo Agenda 2030: Comuni Sostenibili” con una lecito intitolata “Il bilancio degli enti locali, novità normative e contabili anche in riferimento al PNRR e PNC”.

Componente Arconet MEF e Componente Cosfel Ministero dell’Interno, esperto in finanza locale, il prof Delfino – introdotto da Maria Teresa Nardo, del Comitato Tecnico del progetto a sostegno dei Comuni in difficoltà finanziaria – aveva subito ammonito: “Sarò duro”.

Quando si parla di PNRR non si scherza, i passaggi sono rigorosi e devono essere osservati per mezzo di professionalità altamente qualificate, insieme ad un raccordo di collaborazione fra le parti che risulti ben rodato.

Senza giri di parolel’esperto ha evidenziato quali sono le percezioni sul PNRR e qual è invece la realtà.

Non facciamoci fuorviare dalle informazioni giornalistiche del tipo che abbiamo finalmente la quarta rata eccetera eccetera – ha esordito Delfino – A livello territoriale ci sono problemi enormi. Molti enti della regione Calabria sono in dissesto o in pre-dissesto ed in presenza di queste criticità, come si devono porre quindi questi comuni con il PNRR? Vi dico subito – ha detto Delfino – che in quanto al PNRR la politica ha capito poco. Sono soldi che bisogna spendere bene e spenderli entro il 2026. Ci vuole una grande consapevolezza politica che secondo me – ne è convinto il professore – non c’è ancora. La struttura che si occupa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve essere polarizzata solo su questo e non sul PNRR ed altro, come magari la festa della polenta. Bisogna dare priorità al PNRR e, se poi resta tempo, pensare anche al resto. Se non passa questo concetto, la sfida del PNRR si perde”.

Davanti all’attenta platea di esperti in materia e funzionari amministrativi territoriali, sono stati tracciati i punti da osservare.

La cabina di regia deve essere formata non da 18 persone ma al massimo da tre persone che sono quelle che decidono nel Comune e per il Comune: l’informatico, l’ingegnere capo e il segretario che coordina e, “se ogni tanto presenzia un assessore, tanto meglio”.

Per ogni progetto del PNRR va aperto un fascicolo, possibilmente informatico oppure cartaceo ma fatto bene. Tutto deve risultare nelle carte, qualsiasi cosa, il verbale completo della riunione con tutte le criticità che si stanno manifestando nel PNRR, ad esempio anche se un ministero non risponde.

Ricapitolando: cabina di regia, riunioni e soggetti che devono partecipare alla suddetta cabina di regia. Occorre quindi tenere l’elenco dei Cup (Codice Unico di Progetto) che sono stati aperti con i CIG (Codice identificativo di gara).  Attenzione: esistono i Cup nuovi, già entrati come PNRR, e quelli dei progetti che già c’erano e sono stati attratti dal PNRR.

Ogni ministero ha il suo manuale che prende per mano e dice passo per passo quello che bisogna fare. È necessario seguire sia il ciclo tecnico che quello finanziario e i due cicli si devono parlare. In sintesi: soggetti coinvolti nel processo di monitoraggio, le aree coperte dal sistema ReGis, le tempistiche di aggiornamento dei dati, modalità di accesso al sistema e supporto tecnico.

La preoccupazione di portare a casa i soldi è il nucleo di tutto perché significa pensare al domani con una visione in prospettiva. Il prof Delfino nella seconda parte dell’incontro ha risposto a dubbi e domande consigliando di attuare un monitoraggio capillare all’interno dei Comuni senza attendere l’intervento della Corte dei Conti.

Non sono mancate le indicazioni sul processo di bilancio degli enti locali. Ed anche in questo caso, il relatore ha suscitato il dibattito attivo dei partecipanti.

“Il PNRR – ha chiosato il professore Francesco Delfino – è l’occasione per risolvere i problemi importanti del Paese”.